#dovesivaquestasera #eventi #Mangiare e Bere, Musica e Spettacoli, Sagre Li "Squacqualacchiun" maschere e suoni
Il 30/01/2016 ore 17:00 Si rinnova a Teora, come ogni anno l'appuntamento con i tradizionali "Squacqualacchiun", maschere che girano per il paese con dei bastoni causando un rumore cupo di campanacci disturbando i passanti con lazzi e gesti un po' "spinti", rumoreggiando per i rioni del paese e scomparendo nei vicoli dello stesso. La tradizione che da avvio al carnevale prende il nome da questi uomini camuffati che si aggirano all’interno Teora senza un preciso significato; sembrerebbe un appellativo dato dalla gente per schernirli. Il termine "Squacqualacchiun" potrebbe infatti derivare dalla voce dialettale "squacquarat" che significa ‘trasandato'. La loro origine si ricollega ad usi pre-cristiani. Gli Squacqualacchiun ricordano riti ripercorrenti la mitologia dei Baccanali oltre al culto di Dioniso o di altre divinità dei boschi. Essi rappresentano il vivere, un momento di ebbrezza, di gioia, di evasione, di libertà. Queste figure antiche, primitive e grottesche si ripropongono nella "mascherata di Sant'Antuono" (17 gennaio) registrate ormai dalla memoria o dalla tradizione locale. Il loro costume simile a i Mamuthones sardi, sono l’emblema del mondo del sotto sopra, ed è composto da un sacco di tela con una giacca stinta e a rovescio ed il loro viso è coperto da un cappuccio a guisa di maschera che lascia intravedere solo gli occhi. Lo strumento principale e un bastone, dove sopra sono attaccati rami di aghi di pino che gli usano per i loro riti e per colpire di sfortuna coloro che non esaudiranno i loro voleri. Nel bel mezzo del paese, gli "Squacqualacchiun" improvvisano una danza intorno a "lu pagliar" (falò) ed intorno alla fontana principale, compiendo il loro rito magico. Un manichino degli "Squacqualacchiun" è presente al Museo delle feste e delle tradizioni popolari di Caserta. Come ogni anno la manifestazione, si tiene l’ultimo sabato del mese di Gennaio, che quest’anno risulata essere il 30. In occasione della festa è organizzata anche la sagra delle Tomacelle, pietanza tipica locale simili a polpette con base di frattaglie di maiale, rafano un erba essenziale dal sapore simile a quello della senape, e formaggio grattugiato. La tomacella può essere fatta alla griglia o bollita accompagnata da patate e peperoni e l’immancabile bicchiere di vino.
Dalle ore 17.00 accensione falò, apertura stand gastronomici, spettacoli, gruppi musicali e volo dello squacqualacchion infuocato.
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